Europa. Tra crisi spirituale e crisi di identità



Domandarsi che cosa sarà l'Europa domani o che cosa sia oggi significa anzitutto domandarsi come l'Europa è diventata ciò che è. Hans Georg Gadamer















L'Europa sta attraversando uno degli anni più duri fin dalla sua fondazione. È un anno di indubbia crisi economica, nello stesso tempo va considerato che questa crisi ha radici ben più lontane, o per meglio dire ha radici nel rinnegamento culturale e religioso delle sue proprie radici. Nel documento post sinodale Ecclesia in Europa,così annotava il magistero:

Si assiste a una diffusa frammentazione dell'esistenza; prevale una sensazione di solitudine; si moltiplicano le divisioni e le contrapposizioni. [...] Agli occhi di molti, la globalizzazione in corso, invece di indirizzare verso una più grande unità del genere umano, rischia di seguire una logica che emargina i più deboli e accresce il numero dei poveri della terra. (Ecclesia in Europa, n. 8)

Non basta cercare un' unità nella monetà unica, Carlo Secchi e Carlo Altomonte nel loro L'euro: una moneta un Europa, rimarcano quanto la istituzione di una moneta unica sia solo un passo nel processo della formazione dell'unità europea, ma costituisca un unicum nella storia delle relazioni tra gli Stati.

L'esempio più simile di cui siamo a conoscenza, quello dell'unificazione, nel XVIII secolo, dei tredici Stati americani, che ha portato alla nascita degli Stati Uniti e della loro moneta unica, il dollaro, vede comun que gli stessi Stati ab originelimitati nella propria autonomia politica da un potere esecutivo centrale, e successivamente da un bilancio federale le cui dimensioni crescenti influenzano sempre più l'autonomia fiscale degli Stati stessi. Due caratteristiche che, al momento, non si ritrovano nel modello di moneta unica di cui si è dotata l'Unione Europea, in quanto i suoi Stati membri, conservando le proprie prerogative di soggetti autonomi di diritto internazionale, non hanno con l'organo esecutivo comunitario, la Commissione, lo stesso rapporto che lega gli Stati americani all'istituto della presidenza e del governo federale; inoltre gli Stati europei mantengono propri autonomi bilanci pubblici caratterizzati da dimensioni notevolmente superiori al bilancio federale dell'Unione. (Carlo Secchi e Carlo Altomonte, L'euro: una moneta un Europa, Marsilio, Venezia 2002, 11-12).

Anni prima Ralf Dahrendorf, nel 1997 scrisse: "Per i grandi problemi politici oggi sul tappeto l' European Monetary Union (EMU) è pressocché irrilevante ". [...] "L'EMU non fa fare passi avanti sulla strada verso l'Unione Europea. L'unione monetaria distoglie dai più seri problemi del momento, infrange l'unione finora raggiunta e non funziona come leva dell'unità politica". (Ralf Dahrendorf, Perchè l'Europa ? Riflessioni di un europeista scettico, Laterza, Roma-Bari 1997, 11- 25).

L'Europa appare ai più come un istituzione fredda e burocratica in se stessa: "L'Europa oggi, per gli europei occidentali, è burro eccedente, quote di latte, lotte fratricide tra maiali olandesi e francesi. [...] Il pensiero dei problemi europei è riservato agli euro-tecno-burocrati e a dei deputati che nessun elettore saprebbe riconoscere e che hanno il seggio in un Empireo di Strasburgo. [...] Bisogna sperare soprattutto che i politici si dedichino sempre più al destino comune. Ma per questo bisogna che spunti il nuovo spirito europeo, che dà la conoscenza della comunità di destino". (Edgar Morin, Pensare l'Europa, Feltrinelli, Milano 1988, 141).

Ma mai lo scoraggiamento deve vincere la speranza del cristiano europeo:
Nonostante a volte, come nell'episodio evangelico della tempesta sedata (cf. Mc 4, 35-41), possa sembrare che Cristo dorma e lasci la sua barca in balia delle onde agitate, alla Chiesa in Europa è chiesto di coltivare la certezza che il Signore, attraverso il dono del suo Spirito, è sempre presente e operante in essa e nella storia dell'umanità. (Ecclesia in Europa, n. 27).





Antonino Pileri Bruno



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