L'iconostasi nel pensiero teologico di Pavel Floreskij


Il volto è ciò che vediamo nell'esperienza diurna, ciò che ci svela la realtà del mondo terreno; e la parola «volto», senza sforzature di lingua, può applicarsi non soltanto all'uomo, ma anche agli altri esseri e realtà, quando è chiaro il rapporto con essi, e così parliamo per esempio del volto della natura ecc. Si può dire che volto è quasi sinonimo della parola manifestazione, è la manifestazione appunto della coscienza diurna. Pavel Florenskij, Le porte regali. Saggio sull'icona, Adelphi Edizioni: Milano 1977 p. 42








Dio è l'unico creatore delle cose visibili e di quelle invisibili. Dal comune artefice deriva la comunione in cui questi due mondi si rapportano. Ma quale limite divide e nello stesso tempo unisce queste alterità? L'uomo fa esperienza della presenza in sè di questi due mondi, e proprio nell'uomo questi due mondi si aprono l'uno all'altro mantenendo il mistero che gli è proprio.

"Secondo le prime parole del Genesi, Dio «creò il cielo e la terra» (Gen 1, 1) e questa divisione di tutto il creato in due parti è sempre stata considerata fondamentale. Così nella confessione di fede chiamiamo Dio «Creatore delle cose visibili come anche delle invisibili», Creatore così delle vibibili come anche delle invisibili. Questi due mondi – il visibile e l'invisibile – sono in contatto. Tuttavia la differenza fra loro è così grande che non può nascere il problema del confine che li mette in contatto, che li distingue ma altresì unisce. [...] In noi il velo del visibile per un istante si squarcia e attraverso ad esso, mentre ancora si avverte lo scuarcio, ecco, invisibile soffia un alito che non è di quaggiù: questo e l'altro mondo si aprono l'uno all'altro, e la nostra vita è sollevata da un fiotto incessante, come quando la temperatura fa salire in alto l'aria calda". (Pavel Florenskij, Le porte regali. Saggio sull'icona, Adelphi Edizioni: Milano 1977, p. 19).

L'invisibile resta inaccessibile per gli occhi ciechi. L'isolamento del santuario ci serve affinchè questi non ci appaia inesistente, nello stesso tempo questo isolamento è utile solo per le realtà che abitano i due mondi.

"L'invisibile appunto perchè invisibile è inaccessibile in sé alla sensibilità esterna e il santuario come noumeno sarebbe inesistente per occhi spiritualmente ciechi, come sono inaccessibili al tatto le colonne fluenti e le cortine dell'incenso, se non fosse stato veduto in secoli nei quali era accesssibile all'esperienza sensibile, quando il mondo invisibile si vedeva. L'isolamento del santuario è necessario, affinchè esso non ci sembri inesistente; questo isolamento è peerò possibile soltanto per le realtà che si possano vedere in due modi. Se fossero soltanto spirituali, rimarrebbero un fatto che la nostra coscienza non saprebbe afferrare. E se fossero del mondo visibile soltanto, non potrebbero valicare il confine dell'invisibile che nemmeno saprebbero dove sia". (Pavel Florenskij, Le porte regali. Saggio sull'icona, Adelphi Edizioni: Milano 1977 p. 54).

Il limite che distingue i due mondi è l'iconostasi. Luogo in cui appaiono accessibili le schiere degli angeli e dei santi. In questo senso l'iconostasi è visione escatologica. Ma nello stesso tempo e principalmente l'iconostasi è il luogo limite in cui si rendono velatamente manifesti la Madre di Dio e Cristo.

"Lo schermo del santuario, che disingue i due mondi, è l'iconostasi. Ma l'iconostasi si può chiamare mattoni, pietre tavole. L'iconostasi è il confine tra il mondo visibile e il mondo invisibile e costituisce questo schermo del santuario, rende accessibile alla coscienza la schiera dei santi, la nuvola della testimonianza, coloro che circondano il Trono di Dio, la sfera della gloria celeste, e annunciano il mistero. L'iconostasi è la visione. L'iconostasi è la manifestazione dei santi e degli angeli – un'angelofania, una manifestazione di celesti testimoni, e soprattutto della Madre di Dio e del Cristo nella carne, testimoni i quali proclamano ciò che, visto da quel versante, è carnale. L'iconostasi è i santi". (Pavel Florenskij, Le porte regali. Saggio sull'icona, Adelphi Edizioni: Milano 1977 p. 56).



Antonino Pileri Bruno

 

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