Il mistero della preghiera nell'Oriente Cristiano



Senza l'orazione non è pensabile una spiritualità. la preghiera è un fenomeno universalmente umano; tanto più essa deve caratterizzare tutti i cristiani. Eppure, quando Teofane il Recluso tradusse in russo il Combattimento spirituale di L. Scupoli, i maggiori ritocchi e adattamenti del testo li fece al capitolo sulla preghiera. Sia il traduttore greco, sia, e più ancora, il russo, sono consapevoli che è utile seguire la tradizione propria quando si tratta di insegnare i metodi della preghiera.  Tomas Spidlik, La spiritualità russa, Roma: Edizioni Studium 1981, 21.






La preghiera, nell'oriente cristiano, è un'esperienza personale inscritta nel mistero trinitario proprio in quanto chiama in relazione il rapporto dell'uomo con le tre persone della Trinità. In tal senso Evagrio afferma: "la preghiera è uno stato dell'intelletto realizzato solo alla luce della Santissima Trinità mediante l'estasi" (Evagrio, Centurie, Suppl. 3, in I. Hausherr, Hésychasme et prière, OCA 176, Roma 1996, 11).

Gli orientali sottolineano lo stato della divinizzazione originaria, la partecipazione dell'uomo alla vita intradivina. Per mezzo della preghiera, il corpo sfigurato dalle conseguenze del peccato diventa "spirituale" e ritrova così la sua natura propria.

La preghiera nell'oriente cristiano non è solo questione mentale quanto dinamis vitale che coinvolge spirito e corpo. Il metodo esicasta viene definito "metodo psico-fisico" ed è descritto da Simeone il Nuovo Teologo in termini inequivocabili: "Siediti nella tua cella tranquilla, in disparte nell'angolo e fà quello che ti dico: chiudi la porta ed eleva il tuo spirito al di sopra di ogni oggetto vano e temporale, poi appoggiando la barba sul petto e volgendo l'occhio corporale con tutto lo spirito nel mezzo del ventre, altrimenti detto ombellico, comprimi l'aspirazione d'aria che passa dal naso in modo da non respirare comodamente ed esplorare mentalmente il dentro delle viscere per trovarvi il luogo del cuore che emana frequentemente le potenze dell'anima" (I. Hausherr, "La méthode d'oraison hèsychaste", Orientalia Christiana IX/2, Roma 1927, 164ss).

Teofane il Recluso insiste sulla dimensione pedagogica della preghiera vocale come preparazione alla preghiera superiore. Il linguaggio della preghiera è un linguaggio che va studiato e fatto proprio come ogni lingua. Colui che prega sa svelare la dimensione spirituale delle cose per questo anche l'opera poieutica del pittore è preghiera in quanto la verità che il pittore sacro rivela è spirituale è visione di Dio in tutte le cose create.



Antonino Pileri Bruno


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