Tomas Spidlik. Profeta del nostro tempo







Egli ha percorso […] un ricco itinerario di pensiero, comunicando sempre con ardore e profonda convinzione che il centro di tutta la Rivelazione è un Dio Tripersonale e che, di conseguenza, l’uomo creato a sua immagine è essenzialmente un mistero di libertà e di amore, che si realizza nella comunione: il modo stesso di essere di Dio. Benedetto XVI, Messa del Papa per i novant’anni del cardinale Tomáš Špidlík




Tomáš Špidlík, è uno dei profeti del nostro tempo, un giovane che cresce circondato dalle macerie di un Europa stretta tra l’occupazione nazista e l’avanzata sovietica. Nasce il 17 febbraio 1919 a Boskovice, dopo il diploma si iscrive presso la Facoltà di Filosofia dell’Università di Brno per studiare latino e letteratura ceca, ma i rivolgimenti bellici stroncano presto la sua carriera universitaria. Nel 1939, in seguito dell’occupazione nazista, le università vengono chiuse. Špidlík comincia a lavorare in fabbrica. In questo contesto il nostro giovane autore matura la vocazione religiosa. Nel 1940 entra nel noviziato dei gesuiti a Benešov, due anni dopo il noviziato viene occupato dai nazisti sicché tutti i novizi vengono trasferiti a Velehrad, in Moravia.

Il 24 settembre 1942 Tomáš Špidlík emette i voti religiosi; dallo stesso anno fino al 1945 studia filosofia a Velehrad, ma i rivolgimenti bellici imporranno al Nostro di alternare l’impegno intellettuale con i lavori forzati imposti dai soldati tedeschi prima, da quelli romeni in seguito e infine da quelli russi. Terminati gli studi filosofici, Špidlík diviene prefetto nel liceo di Velehrad nel biennio che va dal 1945 al 1946 in cui insegna la lingua ceca e quella russa.

Finita la guerra il nostro autore si reca nei Paesi Bassi, a Maastricht per continuare lo studio della teologia; nella città olandese verrà ordinato sacerdote, ma non gli sarà consentito il ritorno in patria dove il golpe del febbraio 1948 ha portato al potere il partito comunista che nel 1950 sopprime le congregazioni religiose. 


Dopo il percorso di studi a Maastricht Špidlík, passa provvidenzialmente a completare la propria formazione a Roma, presso il Pontificio Istituto Orientale; davanti ai suoi occhi si apre lo scrigno dei tesori dell’Oriente Cristiano e slavo. Su questo scrigno il nostro gesuita profonderà un numero copioso di saggi e articoli che comporranno la mole della sua bibliografia.

L’opera di Špidlík, frutto di scrupolosa ricerca e profonda riflessione, rende ai lettori sul piano spirituale e teologico un pensiero di attuale incisività culturale e di grande afflato ecumenico, al centro del quale si trova l’esigenza di una visione integrale e sarà proprio il cuore a rappresentare simbolicamente l’integrità dinamica di tutto l’uomo. 


La theologia cordis di Špidlík è una teologia integrale, e come tale abbraccia le tre dimensioni principali su cui si declina la teologia: la simbolica, l’ascetica e l’estetica. Qual è allora il centro su cui convergono? Sicuramente Dio e la vita in Lui; nello stesso tempo va sottolineato che le direttrici irradianti su cui si muovono sono i canali dell’inculturazione del dialogo con la società e la cultura contemporanea. 

È proprio la fedeltà a Dio e all’uomo che rende possibile la storicizzazione del dirsi della fede anche in Špidlík. Su questo tema si soffermerà la riflessione estetica del nostro autore soprattutto nella raccolta di contributi dal titolo, Alle fonti dell’Europa. In principio era l’arte. Ancora una volta in Špidlík si dimostra che il suo pensiero spirituale sui sentimenti e sui pensieri purificati dal cuore non siano estranei alla dialettica fede-ragione, al contrario offrano un asilo sicuro in cui queste due istanze possono e devono incontrarsi. Ancora una volta Špidlík si pone in linea con la tradizione patristica che definisce fin dalle origini la vita spirituale come la vita nello Spirito Santo. Il cristiano visitato dalla presenza divinizzante dello Spirito s’arricchisce progressivamente d’una conoscenza che è spirituale. Questa conoscenza secondo l’insegnamento di Teofane il Recluso è l’opera dello Spirito che risiede nel cuore e che palesa con evidenza, nei sentimenti spirituali, tutto come integrità del cuore. Il sentimento del cuore si risolve in una intuizione-totale nella quale tutte le facoltà umane, fra cui eminentemente la fede e la ragione, collaborano in sinergia. 

La teologia per Špidlík promana da una relazione vitale con il Dio Tripersonale, ciò evita alla sua riflessione teologica di ripiegare in astrattismi sul dato rivelato della fede. Siamo confortati in tale intendimento anche dal parere del padre Richard Čemus, che addirittura afferma come foriere dell’unità tra gli uomini non le idee astratte, ma le relazioni interpersonali e libere tra gli uomini.

T. Špidlík è convinto che l’unità tra gli uomini non si dà mai come risultato di idee astratte, le quali facilmente degenerano in ideologie, né come frutto della ricerca di un minimo comune denominatore, riconducibile alle esigenze della natura umana, ma soltanto come frutto di relazioni interpersonali in libertà e rispetto reciproco. Per il futuro del cristianesimo europeo è, perciò, essenziale creare una rete di contatti tra uomini e donne impegnati in un dialogo tra fede e cultura, tra teologia e arte, tra tradizione e modernità. (R. Čemus (rec.), T. Špidlík, Alla ricerca dell’unità spirituale europea, p. 466)

La teologia del cardinale ceco, si fa amore per la sapienza che addiviene a una conoscenza intellettuale e che coinvolge l’uomo nella sua totalità. Essa inoltre promana dalla dimensione ecclesiale, in quanto è nel contesto mistico di Cristo – il suo corpo, appunto – che assume la capacità di esprimere, comunicare e interpellare in maniera sempre inedita e attuale le parole e i gesti del Messia. Nella misura in cui l’unione della mente nel cuore reinstaura la nostra natura caduta, indica nella sua anticipazione prolettica del tempo a venire una realtà escatologica. 


 Antonino Pileri Bruno





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